Dagli inizi del Novecento le acque del Rio Citate vengono controllate attraverso la costruzione di argini che lo deviano verso Nord.
I primi interventi di regimazione erano molto blandi: la potenza del conoide era stata sottovalutata, come riporta Michele Gortani. Nel 1905, infatti, a seguito di un alluvione, materiale detritico si riversò fino alle campagne di Tolmezzo. Dopo questi fatti, lo stesso Gortani dedicò uno studio al conoide, concludendo che bisognava “lasciar  vagare la Citate a suo talento”, limitandosi a impedire che le alluvioni raggiungessero le strade.
Dagli anni ’20 si ebbe la costruzione delle briglie di trattenuta e correzione del profilo lungo la Citate, visibili ancora oggi. Ulteriori successivi tratti di briglia sono stati eretti, ad opera del Corpo Forestale, fino ai giorni nostri.

 

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