Cavazzo Carnico - Cesclans

Cavazzo. Tracce del vecchio corso del Tagliamento

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La zona prealpina di Cavazzo e Cesclans è un luogo di grande interesse per capire come cambiamenti climatici, movimenti tettonici e dinamiche fluviali agiscono nel tempo cambiando il paesaggio.I bassi colli tra questi due abitati infatti raccontano una storia molto complessa, dove a parlare sono il fiume Tagliamento e una sua antica valle ora abbandonata, il passaggio di grandi ghiacciai e la presenza di faglie e attività tettonica recente.

L’itinerario tocca due interessanti Geositi della Regione Friuli-Venezia Giulia: la Palude Vuarbis e la Rupe di Cesclans.

Lasciate le auto al campo sportivo di Cavazzo Carnico, passando sotto il ponte, dopo un breve tratto su strada asfaltata ci si addentra nel bosco (seguendo le indicazione per Palestra di Roccia) e presto la strada diventa sterrata. Incontrato un bivio si prende sulla destra il sentiero che indica la Palude Vuarbis, raggiungibile con una breve deviazione. Dopo la visita alla palude, ritornati al percorso principale, si imbocca il sentiero diretto a sud-est risalendo il versante fino alle fortificazioni del Vallo Littorio. Si intercetta qui una pista forestale che conduce alla piana di Falnor e poi la strada asfaltata che porta a Cesclans e alla Pieve di Santo Stefano. Ripercorsa tutta la via principale del paese, dopo le ultime case si svolta a sinistra in direzione delle Case Todeschia e si entra in bosco seguendo una pista forestale. Costeggiando l’alveo del Rio Chiampon/Schiasazze, spesso in secca, ad un primo bivio ci si mantiene sulla destra e, dopo aver attraversato un’ampia radura prativa, al successivo bivio si segue la pista che svolta a sinistra salendo all’interno di un bosco misto di latifoglie.
Intercettata nuovamente la strada asfaltata, la si segue in direzione di Cavazzo Carnico. In corrispondenza di un piccolo parcheggio (nelle vicinanze di una palestra di roccia), si può guadare il torrente Faeit nei punti più agevoli e alcuni sentieri conducono alla Forra della Cjanevate e alla Buse dai Pagans.

Ripresa la strada asfaltata, circa dopo 1 km si raggiunge il punto di partenza dell’itinerario.

 

 

Informazioni

Difficoltà:
Escursionistico
Lunghezza:
9,3 km
Dislivello:
150 m con alcuni saliscendi e qualche passaggio scivolosi.
Periodo consigliato:
Percorribile tutto l’anno. Consigliato in primavera ed autunno.
Attrezzatura consigliata:
Scarponi o scarpe da trekking robuste con suola scolpita e bastoncini da trekking.

Informazioni

Per raggiunger il geostop n. 6 (Forra della Cjanevate e Buse dai Pagans), bisogna guadare il rio Faeit. Non sempre questo è possibile, soprattutto nei periodo molto piovosi.

Utilizzo della mappa

La mappa altimetrica interattiva consente di visualizzare sulla mappa geografica il variare dell’altitudine del percorso nel suo sviluppo; scorrila da sinistra verso destra per vedere il verso in cui il percorso deve essere affrontato.
E’ possibile modificare il livello di zoom agendo sui pulsanti in alto a sinistra, mentre il pulsante permette di ripristinare le impostazioni iniziali; è infine possibile scegliere una mappa diversa cliccando sul pulsante in alto a destra.
  1. 1Palude Vuarbis

    La conca allungata di Vuarbis, è una vasta zona umida e sito di grande interesse naturalistico, sia botanico che faunistico.

    L’esistenza di questa depressione e la sua forma allungata, viste le deformazioni e dislocazioni nelle rocce delle alture circostanti, è da imputare all’esistenza di importanti faglie e ad attività tettonica recente.

  2. 2Conglomerati della “Rupe” di Cesclans, lungo l’antico alveo del Tagliamento

    La dorsale rocciosa di Cesclans è un’altura formata prevalentemente da conglomerati, risultato della sedimentazione di ghiaie lungo un antico alveo del Tagliamento. Questi depositi, datati tra il Pliocene inferiore (circa 5milioni di anni fa) e il Pleistocene inferiore-medio (circa 2 milioni di anni fa), sono caratterizzati da un’importante componente di rocce risalenti al Paleozoico Carnico.
    Gli stessi depositi sono presenti anche all’interno della valle occupata dal Lago di Cavazzo; questo fa intuire che ad inciderla, lasciare i suoi depositi, e poi abbandonarla a seguito all’ultima glaciazione, è stato lo stesso antico fiume.
    Anche la presenza dell’importante faglia Idrija-Ampezzo, che attraversa questo settore, ha contribuito all’intensa deformazione e conseguente erosione del territorio, favorendo i cambi di percorso dell’antico Tagliamento.

    In corrispondenza di questo geostop si incontra anche un’opera militare facente parte del Vallo Littorio, una serie di fortificazioni costruite nel ventennio fascista nell’ottica di una possibile invasione da parte della Germania nazista.

  3. 3Piana di Falnor

    La conca prativa di Falnor apre il panorama, ad ovest, verso Sella Chianzutan e il gruppo del Verzegnis.
    Tale conca, data la presenza dei bassi colli circostanti, si presenta come una valle in cima ad un colle. La sua presenza può essere interpretata come un antico alveo fluvioglaciale, oppure come risultato di incisioni nei conglomerati della rupe da parte di un antico corso d’acqua minore che poi ha modificato il suo percorso.

     

  4. 4La Paleovalle del Tagliamento

    Dalla Pieve di Santo Stefano si apre una vista panoramica su un’ampia area.

    A nord, oltre la soglia rocciosa del Cuel di Mena, si osserva l’attuale valle del Tagliamento, diretta a est verso la confluenza con il Fella.
    A sud la valle del Lago di Cavazzo e l’omonimo specchio d’acqua occupante una conca glaciale, dove fino all’inizio delle glaciazioni del Quaternario (circa 2 milioni di anni fa) scorreva il paleo-Tagliamento.

  5. 5La valle del torrente Faeit

    Il torrente Faeit è un vivace torrente prealpino che si origina nei pressi di Sella Chianzutan.

    La sella rappresenta un’antica incisione fluviale rimodellata dall’azione dei ghiacci. E’ ipotizzabile che anche questa sia un antico alveo del pale-Tagliamento risalente a circa 7 milioni di anni fa (Miocene sup.). A conferma di questo la presenza, sul versante destro di questa valle, di conglomerati privi di litologie del Paleozoico Carnico (le stesse riscontrabili nel Conglomerato del Montello oggi affiorante nelle Prealpi Carniche), a testimonianza di un percorso fluviale completamente diverso dall’attuale.

  6. 6Forra della Cjanevate e Buse dai Pagans

    Oltre il torrente Faeit, ai piedi delle pareti verticali, è presente una spaccatura verticale che si addentra nella massa rocciosa. E’ l’impressionante forra della Cjanevate, incisa nei fragili conglomerarti dalle acque effimere del rio Cjanevutta. In alto, sulle pareti a strapiombo, si nota un ponte in cemento, facente parte di un fortino del Vallo Littorio, collegato con la vicina Buse dai Pagans.

    La Buse dai Pagans è invece una grande caverna raggiungibile a poche decine di metri dalla forra.

    Se il rio Faeit è guadabile si consiglia una visita, facendo però particolare ATTENZIONE ai massi da aggirare o risalire per raggiungere l’imbocco della forra, perché possono essere molto scivolosi!