Oggi vi raccontiamo qualcosa di ciò che facciamo nei giorni in cui non sentite nostre notizie, non ci sono appuntamenti né post sui social.

Spesso succede ci vengano segnalati dei “sassi” che sembrano avere qualcosa di interessante, che noi facciamo puntualmente vedere ai nostri esperti. In alcuni rari casi può capitare che si ritenga di recuperare quei sassi, perché possono avere un interesse divulgativo o per preservarli dalla distruzione.

Scoperte del secolo non ne abbiamo fatte, non credete ai titoli dei giornali!

Però sì, alcuni escursionisti avevano segnalato al Geoparco delle Alpi Carniche la presenza di un masso con dei particolari “disegni” lungo il sentiero che percorre il ghiaione sotto la Creta di Aip, da Passo Cason di Lanza al bivacco Lomasti, in Comune di Moggio Udinese. Inviata una guida geologica a verificare, era stato identificato come un masso franato, costituito da calcari organogeni rosati, risalenti al passaggio tra i periodi Carbonifero e Permiano (circa 300 milioni di anni fa). Il litotipo rappresenta un deposito di scogliera e testimonia un ambiente di acque basse, ben ossigenate, in clima temperato.

Durante la fase di recupero del masso sono emersi ben evidenti alcuni esemplari di crinoidi, echinodermi, quindi parenti delle attuali stelle marine: un fossile non raro in sé in quelle montagne, ma prezioso per la sua concentrazione e ottima conservazione.

Recuperare il masso, di circa due tonnellate e posto lungo un ripido ghiaione, a grande distanza dalle piste forestali, sarebbe stato impossibile senza l’intervento del nucleo speleo alpino fluviale dei Vigili del Fuoco, attivato dal Comando Provinciale. Nei giorni scorsi, dunque, un elicottero del Reparto Volo dei Vigili del Fuoco di Venezia ha trasportato una squadra SAF sul posto con tutte le attrezzature per il sezionamento controllato del masso. Le singole parti sono state imbragate e in seguito elitrasportate fino a Casera Cason di Lanza, dove i mezzi dei Vigili stanno provvedendo in queste ore al loro recupero su strada.

I reperti verranno  collocati presso uno dei nostri Centri Visite. Vi facciamo un’anticipazione. L’UTI della Carnia ha un progetto, già finanziato da fondi regionali, per la realizzazione di un giardino geologico a completamento dell’attuale Centro Visite, in località Laghetti di Timau. Il progetto si integra con un intervento che realizzerà il Comune di Paluzza, che supporta le nostre iniziative con convinzione e ha collaborato attivamente anche al recupero dei reperti, attivando seduta stante Elifriulia per un elitrasporto a integrazione di quello fornito dai Vigili del Fuoco. Contiamo di poter inaugurare l’intero complesso, arricchito anche dei campioni recuperati, entro l’estate prossima.

Il nostro Giuseppe Muscio spiega che “il masso, staccatosi probabilmente a seguito di una frana dalla Creta di Aip, è una testimonianza vivida di un ambiente marino di circa 300 milioni di anni fa, popolato da una fauna estremamente varia e diversificata. Subito dopo, nel passaggio tra Permiano e Triassico, si verifica la più grande estinzione di massa conosciuta sulla Terra, più grave anche di quella che successivamente porterà all’estinzione dei dinosauri. Le testimonianze fossili del Permiano ci permettono di ricostruire queste fasi e comprendere il contesto ambientale sfociato in questa enorme crisi biologica”.

Ecco svelato il mistero del masso di Aip, dunque: il recupero di un campione di roccia interessante, che ci ha regalato la sorpresa di un contenuto paleontologico che verrà preservato e messo a disposizione della collettività.

Vi inviteremo all’inaugurazione del giardino geologico, e potrete ammirarlo, ripulito dai licheni, in tutto il suo splendore!

 

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