Le Forre

Una forra (detta anche canyon) è una stretta valle scavata nella roccia, tra pareti ripide, se non verticali. L’erosione che crea una forra avviene principalmente per azione meccanica, ossia a causa del trascinamento di materiali da parte del corso d’acqua, che ne abradono le pareti laterali. Laddove vi sono fenomeni di fagliazione, oppure nelle zone soggette a carsismo, con – ad esempio – crolli di grotte, è frequente la formazione di queste gole.

Le forre possono nascere anche in corrispondenza a gradini di confluenza causati dal modellamento dei ghiacciai, laddove un ghiacciaio minore si univa ad uno principale con maggiore capacità erosiva. In questo caso, allo scioglimento del ghiaccio, la valle laterale sospesa (vedi valli sospese_link) subisce un’erosione accelerata da parte del corso d’acqua che la percorre, inizialmente formando una cascata ed in seguito evolvendo nell’approfondimento della gola.


Per farsi un’idea

Qualche esempio di forre presenti nell’area del Geoparco


Forra della Buse dai Pagans

Cavazzo Carnico, Area: Prealpi Tolmezzine e Val Tagliamento

La Buse dai Pagans è una stretta forra scavata dal Rio Cianevutte. L’ingresso si trova pochi metri a monte del rio che si attraversa per raggiungere la grotta della Chianevate, inizialmente disagevole tra i massi. Si tratta di un varco di circa 3 metri di larghezza, sovrastato da pareti di una trentina di metri. Addentrandosi si giunge ad uno slargo con un grosso masso al centro delle ghiaie. Dopo ulteriori venti metri la forra chiude con uno spazio circolare, in fondo al quale scorre una cascatella alta circa 15 metri.
La forra continua in salita con successivi salti e altri fenomeni di erosione fluviale, per terminare nell’Altopiano Falnor verso Cesclans: tuttavia questo tratto è esplorabile solo partendo dall’alto e con tecniche speleologiche

Forra del Vinadia

Villa Santina / Lauco. Area: Prealpi Tolmezzine e Val Tagliamento

La forra del Vinadia è il risultato dell’azione erosiva di tre corsi d’acqua: il rio Chiantone, il rio Pichions e lo stesso rio Vinadia che, alla fine della sua corsa impetuosa, si getta nel Tagliamento. Quasi all’incrocio dei tre corsi d’acqua e poco distante dalla strada che da Vinaio porta a Buttea, affiancato da una suggestiva cascatella, sorge l’imponente zoccolo di quello che era un curioso fenomeno naturale: una torre di pietra di notevoli dimensioni, malauguratamente crollata in tempi recenti. La forra è scavata in dolomie e calcari dolomitici della formazione della Dolomia dello Schlern (Triassico medio-superiore). Solo in una limitata porzione, immediatamente a valle di Vinaio, l’alveo incide i calcari scuri ben stratificati alternati alle marne in strati sottili del Triassico superiore.
Le pareti del canyon si presentano spesso ben levigate dall’azione erosiva fluviale. Sono presenti, diffuse e ben rappresentate, le tipiche morfologie fluvio-torrentizie: cascate e salti, pozze e meandri in roccia, marmitte e sottoescavazioni, che suggeriscono l’evoluzione del reticolo idrografico, con il progressivo abbassamento della quota di base. L’itinerario all’interno della gola è un continuo succedersi di cascate, laghetti e tratti fiancheggiati da pareti rocciose così vicine tra loro che dal fondo non si riesce a scorgere il cielo.
Lungo il percorso, in parte attrezzato, speleologi esperti possono visitare una grotta, alla quale si accede attraverso una galleria artificiale.
La forra del Vinadia è un geosito di interesse regionale

Forra Las Calas

Paularo. Area: Alpi Carniche Occidentali

La forra di Las Calas è un monumento naturale scavato dall’acqua nella roccia, levigandola e creando scenari suggestivi ed emozionanti. Ma non è solo l’acqua la protagonista: infatti lungo il percorso è possibile osservare il risultato delle enormi forze messe in gioco durante l’orogenesi ercinica e alpina, così come le deformazioni crostali che hanno modellato le rocce affioranti, fornendo loro l’aspetto attuale.
Inoltre, le diversità litologiche, che caratterizzano la successione stratigrafica devoniano-carbonifera incisa dal Torrente Chiarsò, determinano un ambiente di notevole interesse dal punto di vista geologico.
Nella parte medio-bassa delle pareti della forra sono visibili le morfologie derivanti dall’erosione torrentizia: pareti levigate, marmitte di erosione, sottoescavazioni, pozze e salti.
Le rocce affioranti sono calcari grigi, rosa, nocciola con rari livelli scuri argillosi. Rari sono i resti fossili di ammonoidi.
Lungo tutta la forra risultano evidenti le conseguenze delle forti compressioni legate a ben due orogenesi, quella ercinica (Carbonifero superiore) e quella alpina, ancora in atto.
Si vedono chiaramente, infatti, numerose pieghe e faglie nella compagine rocciosa, che però non ha perso i caratteri acquisiti durante la deposizione. La geometria delle faglie e delle pieghe ci permette di determinare l’orientamento delle spinte che le hanno originate.
Questa forra è percorribile attraverso un sentiero attrezzato.
Nella sezione Geotrails puoi scaricare l’itinerario, i contenuti, i file gpx per il tuo navigatore e l’app con tutti gli itinerari!

Forra del Lumiei

Ampezzo / Sauris. Area: Val Tagliamento e Prealpi Tolmezzine

Si sviluppa a valle del bacino artificiale di Sauris, creato nel 1948 (anno dell’inaugurazione della diga della Maina) per la produzione di energia idroelettrica. La forra è impostata probabilmente lungo delle linee di discontinuità tettonica e attraversa compatte bancate dolomitiche e calcareo dolomitiche ladino-carniche. Dal ponte sul Lumiei si può osservare il passaggio fra i depositi terrigeni, tra i quali spiccano i livelli di tufi verdi del Ladinico e le dolomie.
La formazione dolomitica si presenta profondamente incisa ed è interessata da una fitta serie di faglie subverticali ad andamento Nord-Sud.
La forra del Lumiei è un geosito di interesse regionale (vedi Geositi)

Garnitzenklamm

Möderndorf. Area: Valle del Gail

Si tratta di una profonda gola scavata nella roccia dal torrente Garnitzen per una lunghezza di circa 4,5 km. La forra deve la sua origine in parte ad una zona di faglia che ha fornito alle acque di scarico meno resistenza rispetto alle formazioni rocciose circostanti, e in parte allo scioglimento dei ghiacciai dell’ultima glaciazione, la Würmiana, in conseguenza del quale possenti torrenti mescolati con materiale roccioso hanno contribuito a erodere i versanti (“esarazione” è il temine che definisce l’azione modellatrice provocata da un ghiacciai sulle pareti rocciose circostanti). La forra è percorribile ed è anche meta di un Geotrail (vedi Geotrails). Lunga 4 km, ha un dislivello di circa 500 metri. L’intero percorso è molto impegnativo, riservato ad esperti e con guida. Ѐ possibile, tuttavia, percorrerne solo una parte.